Chi di voi ha letto la prima parte di questo articolo sa già che Wang Xizhi (王羲之, Wang Xizhi, 303–361) era davvero un personaggio. Molti sono gli aneddoti divertenti su di lui, sulla sua vita ed i suoi familiari, in particolare su suo figlio Wáng Xiànzhī (王献之, 344 – 386) di cui si parlerà presto in un altro articolo. Ho scelto alcuni degli aneddoti più conosciuti e li condividerò con voi in questo articolo a lui dedicato.
Wang Xizhi, come molti calligrafi, era spesso sbadato e quando si immergeva totalmente nei suoi studi, si distraeva del tutto. Un giorno, chiamato dalla moglie, lasciò lo studio. Lei, molto sorpresa di vederlo con la bocca nera, gli chiese cosa fosse accaduto. Rispose che doveva aver intinto un biscotto nell’inchiostro pensando di avere in mano un pennello, quindi, lo aveva mangiato senza rendersene conto. La prima volta che ho letto questa divertente storia ho riso ancora di più quando mi sono reso conto che una cosa simile era accaduta anche a me. Un giorno, stavo studiando il rinsho (臨書, りんしょ, ovvero “copiare i capolavori”), avevo davanti a me un piattino pieno di cioccolato nero. Ogni tanto, distrattamente, ne mangiavo un pezzetto mentre studiavo i tratti di un un’opera sulla quale stavo lavorando; ad un certo punto ho preso in mano la barretta dell’inchiostro al posto del cioccolato!
C’è un’altra storia legata ai biscotti. Wáng Xīzhī ne era ghiotto ed amava mangiarli mentre studiava. All’età di venti anni fu invitato da Xi Jian (郄鉴, Xì jiàn, 269 – 339), noto ministro e consigliere dell’imperatore che era alla ricerca di un marito per la sua incantevole figlia. Tutti i candidati intervistati erano tesi e nervosi di fronte ad una tale opportunità ed onore… con una eccezione. Wáng Xīzhī se ne stava seduto su un divano nell’ala orientale della casa, l’abito aperto sul torace a causa del gran caldo di quel giorno, intento a scrivere e a mangiare: in una mano il pennello, nell’altra un biscotto. Xì Jiàn apprezzò immediatamente la personalità semplice e disinvolta del giovane Xīzhī e lo scelse come genero. Da un punto di vista storico effettivamente è stata una scelta saggia. Da quel momento l’espressione 東床快婿 (in cinese: dōng chuán kuài xú, lett. “il figlio intelligente sul divano dell’est”) viene utilizzata in Cina come sinonimo di genero.
Quasi tutti i grandi calligrafi hanno una natura eccentrica e Xīzhī non fa eccezione. Amava le oche, per loro costruì perfino un laghetto davanti alla sua casa, vicino pose una grossa pietra sulla quale scolpì i caratteri “laghetto delle oche” (鵞池; in cinese: é chí).
Molti stili calligrafici e teorie sulla calligrafia derivano dall’osservazione della natura. Forse è per questo che troviamo la calligrafia così bella e ricca di contenuti. C’è un proverbio che dice che le tre cose più importanti nello studio della calligrafia sono: la concentrazione ed un atteggiamento positivo, lo studio diligente delle grandi opere del passato ed il contatto ravvicinato con la natura. Quanto è vero! Si dice che la singolare tecnica di Xīzhī di utilizzare il pennello, più precisamente ritorcendo il polso mentre scriveva, deriva dall’osservazione del movimento del collo delle sue amate oche. Forse, in qualche modo, lo dobbiamo alle oche se oggi abbiamo l’opportunità di restare stupefatti dalla qualità straordinaria delle pennellate di Xīzhī, anche se queste opere sono solo copie degli originali.
L’ossessione per le oche andava ben oltre. Spesso Xīzhī calligrafava in cambio di un’oca che amava particolarmente. Così è nata una famosa copia di un classico testo del taoismo intitolato 黃庭經 (in cinese: Huáng ting jīng). Fu scritto in stile stampatello (楷書, かいしょ, kaisho) in cambio di … due oche. Questo testo viene oggi comunemente utilizzato per praticare lo stile stampatello. Ricordo che io stesso lo studiavo e probabilmente ci tornerò su un giorno.
La forza della calligrafia di Xizhi è leggendaria. Alcuni racconti, anche se sembrano irreali, provano quanto fossero amate le sue opere e quanto fosse rispettato il suo talento.
E’ un grande onore ed un privilegio per un allievo ricevere a casa la visita del proprio Maestro. Se il Maestro onora l’allievo di una tale visita, quest’ultimo riaccompagna sempre il proprio maestro a casa sua. Un giorno, mentre Xīzhī era in visita a casa di un suo allievo, notò un tavolo che era stato appena lucidato, non poté resistere alla tentazione di scriverci sopra con un pennello. L’allievo ne fu entusiasta e lasciò la casa di ottimo umore per riaccompagnare a casa il proprio Maestro.
Quando tornò, si rese conto che il padre, trovato il tavolo coperto di scritte, aveva ordinato al falegname di rilucidarlo. L’allievo tornato a casa, vedendo che la calligrafia del suo Maestro era scomparsa, restò sconcertato. Ma, quando, pieno di rabbia, ripulì il tavolo dei trucioli di legno, con sua somma meraviglia, si rese conto che la calligrafia era ancora visibile. La potentissima tecnica di Wáng Xīzhī aveva penetrato il tavolo “tre millimetri nel legno.” Oggi, l’espressione 入木三分 (in cinese: rù mù sān fēn, letteralmente “tre unità dentro il bosco”) è comunemente utilizzata per definire qualcosa di potente e profondo. Descrive anche una calligrafia scritta in maniera energica, in grado di penetrare sia la carta sulla quale è scritta, sia il cuore delle persone che la vedono.
La calligrafia è un bambino dell’anima. Conoscere la vita e la personalità dell’artista che è dietro il pennello permette di apprezzare le opere di quell’artista ad un livello più elevato. Nella parte III di questo articolo, presenterò i capolavori di Wáng Xīzhī, cominciando con la “Prefazione ai componimenti composti al Padiglione delle Orchidee” (蘭亭集序, in cinese: Lántíngjí Xù).
Author of the original text (English): Ponte Ryūrui (品天龍涙)
Italian Translation: Daniela Di Perna